Esame Colturale del Tampone Auricolare nei Cani, Gatti e Conigli: Cosa Devi Sapere
Quando si tratta della salute del tuo cane, gatto o coniglio, la diagnosi tempestiva delle infezioni auricolari è fondamentale. Prima di procedere con un esame colturale del tampone auricolare, è essenziale eseguire un esame citologico del condotto uditivo esterno. Questo passaggio chiave permette di:
- Valutare la presenza di cellule infiammatorie.
- Identificare infezioni da Malassezia spp..
- Decidere con precisione se è necessario un esame colturale, particolarmente utile in caso di flogosi neutrofilica di origine batterica.
Perché l’Antibiogramma è Cruciale per il Trattamento Efficace
Una volta identificata un’infezione batterica, l’antibiogramma diventa il tuo migliore alleato per una terapia efficace. Questo test guida la scelta del giusto antibiotico, riducendo il rischio di resistenza. Le linee guida di CLSI (Clinical and Laboratory Standards Institute) e EUCAST (European Committee on Antimicrobial Susceptibility Testing) garantiscono standard internazionali per un trattamento ottimale, a beneficio del tuo animale domestico.
I Batteri più Frequenti: Conoscili per Combatterli Meglio
Tra i principali batteri coinvolti nelle infezioni auricolari di cani, gatti e conigli troviamo:
- Gram-negativi: Pseudomonas aeruginosa, Proteus mirabilis.
- Gram-positivi: Staphylococcus pseudintermedius.
Questi microrganismi possono sviluppare rapidamente resistenza agli antibiotici, rendendo indispensabile basare la terapia sui risultati dell’antibiogramma.
Best Practices per il Tampone Auricolare: Massimizza l’Efficacia
Per ottenere risultati affidabili, segui questi consigli pratici:
- Prelievo asettico: Riduci al minimo le contaminazioni che potrebbero falsare l’esame.
- Esecuzione tempestiva: Agisci rapidamente per garantire una diagnosi e un trattamento efficaci.
Impegno nella Rapidità di Refertazione
Sappiamo quanto sia cruciale iniziare la giusta terapia antibiotica rapidamente. Per questo, ci impegniamo a fornire risultati accurati entro 3 giorni, inclusi l’antibiogramma, per permettere al clinico di avviare tempestivamente il trattamento più appropriato.
Flavia Stangherlin, Responsabile Settore Microbiologia