ESAME CITOLOGICO DA LESIONE CUTANEA (COLORAZIONE MMG) Refertazione Francesco Albanese

L’esame citologico è fondamentale in dermatologia veterinaria ed è utilizzato quotidianamente per la diagnosi di innumerevoli malattie cutanee. La lettura di un preparato citologico non può però prescindere da un campione di buona qualità, per il cui ottenimento, sono necessari alcuni accorgimenti tecnici.

Ecco una descrizione dettagliata dei vari aspetti coinvolti in questa metodica :

  1. Scelta della Lesione da Campionare: Identificare correttamente la lesione è il primo passo per un prelievo efficace. La lesione scelta deve essere rappresentativa della patologia sospettata: papule, pustole, placche e noduli sono tutte lesioni che si prestano ad un campionamento citologico.
  2. Metodiche di Campionamento: Esistono diverse tecniche di raccolta di cellule dalle lesioni cutanee, ciascuna delle quali è più indicata per un tipo specifico di lesione:
    • Apposizione: Consiste nell’appoggiare direttamente un vetrino sulla lesione per raccogliere le cellule presenti sulla sua superficie, come nel caso di lesioni essudative.
    • Agofine: Usata per lesioni più profonde come noduli e placche, permette di raccogliere cellule non campionabili mediante l’apposizione. Tale tecnica si può eseguire sia senza (agoinfissione) che con aspirazione forzata (agoaspirato).
    • Scarificazione: È una tecnica più invasiva che prevede l’uso di strumenti taglienti 8lama da bisturi o il bordo di un vetrino portaoggetti) per raccogliere un campione da lesioni superficiali integre o ulcerate.
  1. Allestimento del Vetrino: Una volta prelevato il campione, il materiale deve essere trasferito su un vetrino per la colorazione e l’osservazione al microscopio.

La corretta preparazione del vetrino influisce sulla qualità del campione:

  • Per apposizione, il vetrino viene delicatamente posizionato sulla lesione per non danneggiare le cellule. Pertanto il vetrino è già allestito al momento del campionamento
  • Nei prelievi con agofine, il materiale deve essere depositato con delicatezza, mediante l’ausilio di aria presente all’interno di una siringa, su un vetrino coprioggetto e strisciato uniformemente e non troppo energicamente, per ottenere un preparato sottile (la disposizione di cellule in monostrato è fondamentale per consentire ai coloranti di penetrare e colorare perfettamente le cellule).
  • Per campioni raccolti con scarificazione, è necessario strisciare il materiale con una pressione adeguata su un vetrino portaoggetto allo scopo di ottenere una distribuzione uniforme delle cellule.

L’intera procedura migliora con l’esperienza e e necessita di un minimo di attenzione, poiché la qualità del campione influenza direttamente la possibilità di ottenere una diagnosi accurata. Campioni non rappresentativi o artefatti che compromettono l’interpretazione dei risultati, sono infatti molto comuni quando si eseguono campionamenti in maniera non corretta

 

Francesco Albanese, consulente CDVet in Dermatologia